IL MIO RITORNO DAL ALDILA ‘
Il dottor George Ritchie (psichiatra) fa il giro delle scuole e racconta la sua esperienza di pre-morte .
Ritchie prima di arruolarsi era stato accettato alla scuola di medicina in Virginia. Spinto dall’esercito a frequentare i corsi, avrebbe dovuto prendere il treno settimanale per il college e il 24 dicembre. Ma quella volta il primo giorno prima della sua partenza, si trovava in una corsia d’ospedale e stava peggio di quanto fosse mai stato nella sua vita. Temeva, però, che perdere il treno avrebbe significato perdere l’opportunità di entrare nella scuola di medicina. A tarda notte, squassato dalla tosse ormai da ore, Ritchie si misurò la febbre. Aveva 41. Fu colto dal panico e si trascinò fuori dal letto in cerca di aiuto. L’unica cosa di cui si rese conto poi fu che il personale medico lo rimetteva nel letto, coprendo il suo corpo tremante con una pila di coperte. Nel giro di poche ore fu dichiarato morto. La causa: polmonite lobare bilaterale. ” Non potevano fare molto” disse Ritchie agli studenti riuniti. ” Udii il medico dare l’ordine di prepararmi per l’obitorio, cosa che mi stupì perché avevo la sensazione di essere ancora vivo. Nel senso che sentivo ciò che diceva il dottore. Sapevo di aver perso il treno, e ciò mi infastidiva immensamente. In quel momento non vi era nulla di più importante che andare alla scuola di medicina. Mi misi a sedere e mi guardai intorno nella stanza buia in cerca della mia uniforme. Non riuscii a trovarla e decisi che non avevo più tempo da perdere. Uscito dalla stanza mi trovai in un lungo corridoio e iniziai a camminare per raggiungere le scale che si trovavano alla sua estremità. Dalla parte opposta a dove mi trovavo io stava sopraggiungendo un guardiano che aveva il compito di controllare il piano. Procedetti verso di lui e, con mia enorme sorpresa, gli passai in mezzo, andando oltre. Non sapevo che cosa pensare di questo fatto, ma non volevo nemmeno fermarmi a riflettere. Sapevo di aver perso il treno e questo mi infastidiva più di qualsiasi altra cosa, quindi continuai a camminare. Mi diressi verso la porta che conduceva all’esterno e la varcai. All’improvviso e senza preavviso mi trovai sospeso in aria a circa 150 m di altezza, mentre volavo a una velocità elevatissima. Volai per un po’ e poi vidi una città dall’altro lato di un ampio fiume. Decisi di atterrare e lo feci di fronte a un ristorantino all’angolo di una strada. Rimasi lì fermo per un minuto circa fino a quando un avventore uscì dal locale e mi passò accanto. “In che città siamo?”chiesi per essere certo di essere sulla strada per Richmond,città dov’era la mia scuola di medicina. L’uomo non rispose. Lo seguii. ” Mi scusi signore, può dirmi esattamente che città è questa?”Di nuovo non rispose! Era chiaro che l’uomo non mi udiva nemmeno. Era la seconda volta che un essere umano non reagiva alla mia presenza. Ero perplesso. Mi avvicinai a uno dei pali del telefono poco distanti e mi appoggiai al filo guida che li teneva insieme. La mia mano passò attraverso il filo come se non ci fosse. A quel punto mi resi conto di avere dimenticato nel infermeria qualcosa di cui avevo bisogno: il mio corpo!. Decisi quindi che avrei dovuto tornare indietro a riprenderlo. Scoprii quindi qualcosa di molto importante legato al fatto di non avere un corpo. Durante un viaggio extra corporeo non si è governati dalle stesse leggi del tempo e dello spazio. Mi bastò solamente pensare di far ritorno al campo e in men che non si dica ero la, in piedi di fronte all’ospedale. Mi sentii perduto. Quando ero partito non avevo notato in quale reparto mi trovavo, quindi dovevo passare reparto per reparto in cerca del mio corpo tra i soldati che giacevano sui letti. Cercai me stesso invano, ma non riuscì a trovarmi. Scoprii anziché, in questo stato, tutti si assomigliano Rallentai e mi misi a osservare attentamente i soldati uno per uno. Ve n’erano parecchi che avevano l’aspetto che pensavo avrei avuto io, ma nessuno di loro aveva al dito il mio anello di onice nera, simbolo della confraternita alla quale appartenevano. Iniziai a disperarmi e per un momento pensai che in qualche modo il mio corpo fosse andato distrutto e che non avrei mai più ritrovato. Voleva forse dire che avrei dovuto vagare per anni sulla terra, passando attraverso muri e persone e per sempre incapace di una qualunque sensazione? Non sapevo rispondere, ma questa e molte altre domande mi ha traversarono la mente mentre cercavo freneticamente il corpo con l’anello della mia confraternita. Entrai infine in una camera d’isolamento, dove un corpo giaceva sotto le lenzuola. L’unica cosa visibile era una mano con l’anello di onice nera al dito. A quel punto mi resi conto che fino a quel momento avevo girato inutilmente negando l’evidenza. Ero morto, questo era ovvio, e adesso stavo guardando il mio corpo dall’esterno. Iniziai a piangere senza potermi fermare. Non sapevo come interpretare ciò che mi era successo, ma sapevo che il mio corpo non era più vivo. Mentre piangevo la stanza si illuminò e continuò a diventare sempre più brillante fino a quando mi parve che un milione di torce incandescenti esplodessero intorno a me. Continuai a piangere, poi accaddero tre cose contemporaneamente. Qualcosa nelle profondità del mio spirito, non il cadavere che giaceva sul letto, disse” ALZATI! SEI IN PRESENZA DEL FIGLIO DI DIO!” Allo stesso tempo apparve un essere meraviglioso, il più straordinario che avessi mai incontrato. Le mura dell’ospedale intorno a me sparirono e vidi la mia vita fin nei più minimi particolari, dalla mia nascita per parto cesareo al mio 20º compleanno fino al momento in cui ero stato dichiarato morto. E intendo davvero che vidi ogni cosa , e tutto in pochi secondi! L’Essere iniziò a chiedermi:” CHE COSA HAI FATTO DELLA TUA VITA?”
“Bè, sono diventato Eagle Scout, il massimo grado raggiungibile tra i Boy Scout”, pensai.
” SI,MA QUESTO E’ SERVITO SOLO A ESALTARE IL TUO EGO”.
Rimasi molto stupito perché non avevo parlato, il che significa che l’Essere aveva letto nella mia mente. Compresi che li non vi è ipocrisia perché possiamo tutti leggere i pensieri gli uni degli altri in modo da non poter dire una cosa pensando all’opposto. A questo punto capii che non vi era possibilità di fraintendere ciò che l’essere voleva dire affermando che quello era servito solo a esaltare il mio ego. Ma ciò nonostante egli mi amava e mi accettava senza riserve. Poi accadde che Cristo mi disse di raggiungerlo e di sedermi accanto a lui. Per alcuni momenti aprì il regno dei cieli in modo che potessi vederlo. Ma invece di lasciare che vi entrassi mi rimandò indietro nella piccola stanza, dove feci ritorno nel mio corpo.” Quando Ritchie finì di parlare, fece passare tra i presenti un certificato di morte emesso dal campo e firmato dal medico di servizio. Disse che un anno dopo aveva ricostruito il percorso del volo extra corporeo, individuando il ristorantino nella cittadina in cui era atterrato. In questo viaggio era stato accompagnato da alcuni amici che sapevano che Ritchie non era mai stato in quella cittadina nello Stato del Mississippi.Mentre attraversavano in auto la cittadina,Ritchie annunciò che se avessero svoltato nella strada successiva e avessero percorso uno o due isolati avrebbero raggiunto un ristorantino in posizione d’angolo. L’autista svoltò rapidamente e dopo due isolati si fermò vicino a un ristorantino, esattamente quello che Ritchie diceva di aver visto durante la sua esperienza extracorporea mentre era morto. Ritchie sosteneva di avere a volte una linea diretta con Dio. Riteneva che l’esperienza di essere ritornato dal mondo dei morti gli avesse lasciato questa facoltà. Disse che una notte un’anziana paziente lo chiamò chiedendogli di recarsi a casa sua perché il marito era morto. Ritchie La raggiunse e trovò effettivamente il marito sdraiato senza vita sul letto in assenza di battito cardiaco. Mentre stava iniziando a coprire il volto dell’uomo, udii una voce che diceva “DIGLI DI ALZARSI”! Ritchie fece un passo indietro e disse ad alta voce “Alzati!”. L’uomo aprì gli occhi e si alzò in piedi. Visse ancora parecchi mesi prima di spirare definitivamente.
Raymond Moody – Una scia di infinite stelle.