Ipnosi regressiva
Marta, una trentaduenne madre di due bambini, affermava di avere un unico problema: il suo terribile matrimonio, che durava da sette anni.
Per il resto, diceva, aveva avuto un’infanzia felice, i suoi rapporti con i genitori erano ancora ottimi, e i suoi figli, una bambina di otto anni e un bambino di due, erano la gioia della sua vita. Inoltre era felicissima della propria casa, aveva molti amici e il suo lavoro in uno studio dentistico le piaceva. Suo marito Hal, invece, non le risparmiava le critiche, era esigente e non la stimava.
Trovava da ridire su qualsiasi cosa la moglie facesse e non perdeva occasione per criticarla e sminuirla. Hal era una palla al piede, un peso insopportabile, e tuttavia lei faceva di tutto per non far naufragare il suo matrimonio. Si erano già separati più volte. Lei sembrava accettare molto passivamente il comportamento del marito e le sue imposizioni.
Né la psicoterapia individuale né quella di coppia erano riuscite a sanare la relazione. Parecchie settimane prima dell’incontro nel mio ufficio, Marta aveva preso parte a un mio seminario. Quel giorno avevo insegnato a circa 200 persone il processo di visualizzazione e di regressione sotto ipnosi. Mentre tenevano gli occhi chiusi e si rilassavano , li avevo portati in un viaggio a ritroso nel tempo per due volte, guidandoli con la voce a far riemergere i ricordi dell’infanzia e quelli di vite passate. Marta aveva raggiunto uno stato di profondo rilassamento. Era serena. Rivedeva la sua infanzia ma non riusciva a regredire: non aveva alcun ricordo di esistenze precedenti. Aveva anche acquistato un audiocassetta da riascoltare a casa, un’incisione della mia voce che spiega un esercizio per il rilassamento e la regressione.
Quando ascoltava il nastro, riusciva a raggiungere un profondo stato di rilassamento ma non arrivava a toccare ricordi di vite passate. Quando venne nel mio studio, mi feci un quadro medico e psicologico di Marta, e poi la feci cadere in una profonda trance ipnotica. Le chiesi di rievocare un quadro felice dell’infanzia, e lei tornò immediatamente alla festa per il suo quinto compleanno.
Vedeva i suoi genitori suoi nonni, e i tanti regali che aveva ricevuto.” La nonna ha fatto la torta al cioccolato che fa sempre. La vedo.” Le chiesi di aprire i regali ricevuti. Era emozionata mentre strappava la carta colorata e trovava una nuova bambola, vestiti e altre cose. Il suo viso irradiava tutta la felicità di una bambina di cinque anni. Decisi di proseguire.” Ora ritorniamo più indietro, al momento in cui lei e suo marito, o altri familiari, avete condiviso una vita. Ritorni al tempo in cui sono nati i problemi con suo marito”. Immediatamente Marta si accigliò e poi si mise a piangere.” Ho tanta paura. È buio, buio pesto. Non vedo niente. Ho solo paura. Sta accadendo qualcosa di terribile”. Aveva ancora una voce infantile. Pensavo si trovasse nel vuoto, in qualche momento di passaggio tra due vite. Ma perché aveva paura? Non riuscivo a capire.” Ora le toccherò la fronte con un dito e conterò alla rovescia da tre a uno. Quando dirò uno capirà dove si trova”. Funzionò!
“Sono una ragazza, sono seduta davanti a un grande tavolo di legno in una grande stanza. Non ci sono molti mobili, anzi c’è solo il tavolo. Sto mangiando da una scodella. È zuppa d’avena. Mangio con un grosso cucchiaio”.” Come si chiama?”
Rebecca” rispose. Non sapeva l’anno, ma quando più tardi rievocò la sua morte disse che era il 1859.
” È da sola? Dove sono i suoi genitori?”
“Non posso…non…”Si rimise a piangere.” Mio padre è qui, mia mamma non c’è. È morta. L’ho uccisa io!” Mi spiegò poi che sua madre era morta dandola alla luce e suo padre ne aveva dato la colpa a lei.
“ È cattivo con me. Mi picchia e mi chiude a chiave nello sgabuzzino. Ho tanta paura” urlava. Ora riuscivo a capire perché Marta, poco prima, aveva tanta paura del buio. Non si trattava del vuoto, ma di una bambina terrorizzata chiusa in un ripostiglio. Per quante ore era stata costretta a soffrire nell’oscurità? Il padre di Rebecca, un taglialegna, la trattava come una schiava, le assegnava un’infinità di compiti e non apprezzava affatto ciò che faceva, anzi, la picchiava e la chiudeva nell’odiato sgabuzzino. Tra le lacrime, Marta lo riconobbe come Hal, il suo attuale marito.
Rebecca, nonostante la crudeltà e la mancanza di affetto del padre, non lo abbandonò mai e rimase con lui finché non morì. La feci andare avanti nel tempo, al giorno della scomparsa del padre, quando lei aveva trent’anni, e le chiesi cosa provasse.
” Sollievo… Un immenso sollievo. Sono così contenta che non ci sia più”. Dopo la morte del padre, Rebecca sposò Tom, un uomo che ella amava immensamente e in cui riconobbe il suo attuale figlio Tom.! Anche se lui avrebbe voluto dei figli, mentre lei era terrorizzata dall’idea di poter morire di parto come sua madre, i due vissero sempre felicemente. Morì prima Tom, poi Rebecca. La portai avanti nel tempo, all’ultimo giorno della sua vita.
“ Sono a letto. Sono una vecchia con i capelli bianchi. Non ho paura. Tornerò insieme a Tom.” Morì e si staccò dal proprio corpo.” Cosa le ha insegnato quella vita?” le chiesi.
“Che devo essere più decisa e sicura” rispose con fermezza.” Devo fare quello che è giusto per me… quando sono nel giusto…senza continuare a soffrire inutilmente. Devo essere decisa”
Riemergendo dallo stato ipnotico e ricordando ogni cosa, Marta era entusiasta. Si sentiva più forte, più leggera e sollevata, come se si fosse finalmente liberata da un peso.” Continuavo a ripetere gli stessi errori” commentò con occhi radiosi di felicità.” È il momento di dire basta!”
Due mesi dopo, Marta mi telefonò. Il suo matrimonio era notevolmente migliorato. Si sentiva così forte. Stava reagendo al suo nuovo modo di essere moglie,Hal era diventato più attento e premuroso, forse anche lui aveva ricordato qualcosa quando Marta gli aveva descritto dettagliatamente la sua esperienza di regressione.
(Brian Weiss- oltre le porte del tempo)
NOTA : Il dottor Brian Weiss ha dimostrato la validità della terapia regressiva applicandola con successo in centinaia di casi clinici.