GIOVANNA VEDE GLI SPIRITI

Un giorno mi arriva una disperata richiesta di aiuto da parte di una ragazza di nome Giovanna, che vive a Roma. Madre di due ragazzi avuti quand’era molto giovane, Giovanna ha 37 anni e da 20 vede i morti. Mi spiego meglio: non vede ombre, fantasmi, ectoplasmi, lampi di luce o altro: vede nitidamente persone come potremmo essere noi, con tratti chiari e riconoscibili.
Solamente che sono nell’altra dimensione. Ha bisogno di aiuto perché non comprende, non ce la fa più a vivere in quel modo, ogni giorno riceve visite di sconosciuti che sanno del suo dono. Le fisso un appuntamento in un bar tranquillo a di Roma per un primo incontro. In genere cerco di verificare se la persona che ha di fronte è sincera e non soffre di disturbi o alterazioni. Il campo della spiritualità e pieno di ciarlatani, profittatori o semplicemente gente in buona fede che ha però visione confusa della realtà. Giovanna si presenta puntuale con un bel sorriso. Il suo viso è luminoso e ha due grandi occhi espressivi che continuano incessantemente a guardarsi intorno. Le chiedo quando ha iniziato a vedere i morti e lei risponde senza esitazione:“Avevo 17 anni e abitavo in casa con mia sorella e con i miei genitori. Con noi viveva anche la nonna paterna, con la quale non avevamo mai avuto rapporti molto stretti. Abitava con noi da quando il nonno era morto, ma la vedevamo come una figura un po’ lontana. Un giorno si ammalò e la salute peggiorò velocemente. Mio papà è medico e decise di curarla in casa. Un giorno, mentre ero seduta di fianco a lei sul letto, la nonna si tirò su, mi abbracciò con forza e mi disse: “io e te non ci lasceremo mai più!” E poi si abbandonò di nuovo sul cuscino. Quella frase mi colpì moltissimo perché non c’era mai stata intimità tra noi. Dopo pochi giorni la nonna ebbe un crollo. Io e mia sorella ci trovavamo nella sua camera e all’improvviso lei rantolò e spirò. Vedemmo subito una nuvoletta bianca uscire dal suo petto . Sia io sia mia sorella urlammo per lo spavento. Il papà, che si trovava in un’altra stanza, accorse e fece un massaggio cardiaco con respirazione bocca a bocca alla nonna. Dopo pochi minuti, lei si rianimò e ritornò in vita. Vidi di nuovo la nuvoletta bianca, che questa volta rientrava nel petto della nonna. A quel punto mi girai verso mia sorella e le chiesi se anche lei l’avesse vista. “Sì” mi rispose con gli occhi sbarrati. La resistenza della nonna durò solo una manciata di minuti perché rantolo una seconda volta e spirò. Noi due vedemmo ancora quella nuvoletta staccarsi dal corpo e levarsi verso l’alto. Per sempre. Da allora, da quel giorno, io vedo i morti.” 
Sono passati vent’anni e la vita di Giovanna si è come sdoppiata. Ogni giorno ha contatti con le persone reali e con i defunti l’. Tra le tante storie che mi ha narrato, tutte incredibili, ti racconto quella di Gianni: Giovanna ogni mattina fa la stessa strada in auto per andare al lavoro. A un semaforo, seduto sul ramo di un albero sul marciapiede, c’è un ragazzo con la camicia strappata che la guarda intensamente. Nello incontra ogni mattina per molte settimane. Poi un giorno il ragazzo prende coraggio e si avvicina al finestrino dalla parte del passeggero. Giovanna, con il sangue che le si gela nelle vene, lo abbassa. “Tu mi vedi, vero?” Chiede lui. Giovanna annuisce. “E mi senti anche?”. Lei fa cenno di sì con la testa. “Allora puoi essere così gentile da dire a mia mamma di mettere i piedi di quell’albero una targa, che dice solo Gianni? Nient’altro che Gianni! Grazie, davvero, ti ringrazio molto”. Poi il ragazzo si allontana. Il giorno dopo Giovanna lascia un biglietto ai piedi dell’albero, con scritte le volontà del ragazzo. Gianni, sempre seduto sullo stesso ramo, la guarda riconoscente. Solo in quel momento Giovanna si accorge che c’è già una targa sotto l’albero, che descrive l’incidente e riporta le date di nascita e di morte del ragazzo. Questo succede di venerdì. Giovanna ripassa il lunedì successivo e vede che la targa è sparita. Al suo posto ce n’è una più semplice, con scritto solamente Gianni. Il ragazzo non siede più sul ramo, la sua richiesta è stata esaudita. Giovanna non lo vedrà più. Durante il nostro incontro, Giovanna mi racconta che è in cura da uno psicologo. Le ha prescritto medicine e le ha consigliato di chiudere dentro se tutte le porte che si aprono nell’aldilà. Un modo delicato per dire che la reputa malata di mente soggetta ad allucinazioni. Giovanna, com’è ovvio, ne risente e diventa vittima di incubi e stati di ansia pressoché quotidiani.
Decido di organizzare una cena con due coppie di amici di vecchia data che mi avrebbero aiutato a verificare le capacità incredibili di Giovanna. Ci vediamo il venerdì successivo. L’atmosfera è piacevole e serena, chiacchieriamo del più e del meno, evitando appositamente l’argomento più delicato. Una delle mie amiche, la nostra ospite, ha perso la mamma da qualche mese. Con la scusa di mostrarne la causa, lei e Giovanna si allontanano e accade ciò che in cuore suo sperava. Giovanna vede sua mamma nitidamente e la descrive con esattezza. Aggiunge che la trova perplesso, perché ovviamente la madre non capisce come mai qualcuno lo può vedere. Giovanna si conquista poco a poco la sua fiducia ed entra in comunicazione con lei. Tutto quello che ci riferisce corrisponde esattamente al carattere e alla natura della madre della mia amica, persino i modi di esprimersi o le ricorrenti lamentele. Poco dopo si unisce a noi il marito della padrona di casa. Giovanna lo fissa e gli dice: “C’è un ragazzo sui 35 anni con i capelli a spazzola che sorride e ti abbraccia con slancio!” Lui si gira verso me deluso: “Non so proprio chi possa essere. Mio padre è morto che era molto anziano, e anche il mio patrigno aveva più di 80 anni…” Giovanna rimane in silenzio qualche secondo, poi spiega: “Mi sta dicendo che era il tuo migliore amico e che è morto nel 1996 in un incidente motociclistico”. A quel punto l’uomo sbianca. “Alfredo. Mio Dio!” Urla. “Sono stato pure il padrino dei suoi figli!”.
E questi sono solo esempi delle straordinarie capacità di Giovanna. Invito Giovanna a non ascoltare lo psicologo e a vincere le sue paure. Deve riaprire i canali verso l’aldilà e accettare il meraviglioso compito ricevuto sulla terra. Ci sono tante persone disperate che cercano qualcosa a cui aggrapparsi quando perdono all’improvviso affetti profondi. La convincono che lei comincia a stare meglio e riprende a dormire la notte. Abbandona le medicine e inizia ad aiutare gli altri.

 

Marco Cesati Cassin .  Presenze positive