? Comunicazione dopo la morte  ?

Un fenomeno spesso citato è noto come “Comunicazione dopo la morte”. Nei giorni, nelle settimane o nei mesi successivi alla morte di una persona cara non è raro che qualcuno la veda, ne avverta la presenza o ne senta il profumo. A volte, invece, i defunti diventano i protagonisti di sogni molto vividi. Queste esperienze permettono di superare il lutto e aiutano le persone rimaste a superare quella perdita. Anche se questo fenomeno è stato riconosciuto dalla letteratura medica dal 1971, oggi è in gran parte ignorato.

Testimonianza: 

“Mia madre aveva chiamato per farmi sapere che mia nonna era morta serenamente. Era il luglio del 2008 e la nonna era stata molto male per un mese, a 95 anni ripeteva tutti che ne aveva abbastanza ed era pronta per andarsene.Dopo la telefonata di mia madre non mi andava di stare da sola, così mi incontrai con un’amica e andammo a bere un caffè. Mi misi a sfogliare tranquillamente una rivista, ero molto rilassata, anche se avevo sempre la consapevolezza del fatto che la nonna fosse morta. Avvertì la presenza di un nucleo di energia alla mia destra, a una trentina di centimetri dal suolo, grande quanto un pompelmo. L’energia era molto forte (pratico il Reiki e sono medium, quindi sono abituata a cogliere gli sbalzi energetici), crebbe lentamente finché arrivò a un certo livello e si fermò. Non riuscivo a concentrarmi su nessun’altra cosa nel frattempo, e l’unica spiegazione possibile era che fosse un’aura umana senza la persona al centro. Era pura energia! Mi sentii colma d’amore di felicità e seppi subito che si trattava di mia nonna. Nella mente la vedevo che faceva capriole, era felicissima in mi diceva: “Non essere triste, sono finalmente a casa!”. L’energia rimase al mio fianco per qualche tempo, mi si avvicinò ed entrò in me. Mi sentivo pulsare le mani, che mi parevano enormi. Dovetti rifugiarmi nel bagno del caffè perché avvertì il bisogno di stare da sola. Mia nonna amava il Reiki e mi chiedeva sempre di praticarlo con lei quando ci vedevamo. Capii che quella era una conferma implicita della sua presenza.Difficile dire quanto durò quell’episodio, ma probabilmente si protrasse soltanto per pochi minuti, anche se mi parve molto più lungo. Mia nonna credeva fermamente in una vita dopo la morte e il secondo me quello era il suo modo di dirmi addio. Mia madre e i miei zii erano con lei quando morì, e la mamma mi raccontò che subito prima del decesso la stanza era stata pervasa da un senso di calma e di serenità, e aveva accolto anche la presenza di mio nonno…”

Ecco cosa raccontano dei genitori dopo la morte della loro figlia:

“Mia figlia Tamsin morì nelle prime ore di lunedì 8 agosto 2008. Il mercoledì facemmo una passeggiata dopo essere andati a vederla nella camera ardente, e sua sorella rimase un po’ indietro. Poi mia moglie udì dei passi di corsa alle nostre spalle, e si voltò aspettandosi di vedere la sorella di Tamsin, che invece era ancora lontana. I passi, decisi, sembravano proprio quelli di Tamsin con addosso le scarpe di ginnastica, ma voltandoci non vedemmo nessuno. Portando fuori il cane, mio marito si trovava da solo e vide una luce tra gli alberi , e poi  udì la risata di Tamsin. È una cosa che non  sa spiegare con la logica, tanto più che molto scettico sulla possibilità di una vita dopo la morte, ma ebbe proprio l’impressione che da quella luce scaturisse la voce di nostra figlia Tasmin.

Ecco cosa racconta una donna dopo la morte del suo fidanzato:

” Mi accadde qualcosa che un po’ lungo da spiegare. Avvenne circa 12 giorni dopo l’incidente di Stephen.“Stephen ed io ci mandavamo spesso degli SMS durante il giorno, e tenevo sempre con me il cellulare. Ero all’ospedale, era domenica sera e avevo visto “Dirty Dancing” in televisione. Vedere quella storia d’amore in tv aveva provocato in me un’ondata di dolore e mi preoccupai perché non riuscivo a controllare le emozioni.Ero fortunata perché, essendo nel reparto di oncologia, ero circondata da donne molto più vecchie (e sorde) di me, e potei piangere indisturbata. Le infermiere si accorsero che piangevo ma dissi loro che stavo bene e si dedicarono ad altri pazienti.Continuavo a ripetere “I love you”( ti amo). Ad un certo punto temetti di impazzire di dolore, come si suol dire. Proprio in quel momento il mio telefono emise tre brevi suoni, cosa che non era mai successa. Il rumore non era il solito allarme che segnalava l’arrivo degli SMS, ma mi distolse dal mio dolore per un secondo. Controllai il cellulare, ma non avevo ricevuto né SMS ne chiamate. Ripresi a piangere e disse di nuovo: ” i love you”. Ogni volta che lo dicevo, il telefono e metteva tre suoni. Per un po’ non me ne accorsi, perché gli attacchi di commozione si succedevano senza sosta. Quando finalmente mi avvidi dell’accaduto, la cosa andava avanti già da 15 minuti. Il telefono faceva dei bit  soltanto quando dicevo “Ti amo”. Cominciai a parlare con il telefono posato sul comodino.Non chiesi se era Stephen. Grazie a quei suoni iniziai a calmarmi e dopo un po’ mi sentii stanca. Ricordo di aver detto al telefono che stavo cominciando ad avere sonno, e forse era lo stesso anche per “lui.” Dissi: “I love you” un’ultima volta. Il telefono fece gli ultimi 3 bit, poi tacque. L’episodio non si ripetè più e, tre settimane dopo che fui dimessa dall’ospedale, mi si ruppe in mano mentre stavo parlando con il fratello di Stephen. Però l’ho conservato quel telefono. Dopo di ciò sono accadute tante altre cose strane…Per esempio raccontai a una delle cugine di Stephen della telefonata che avevo ricevuto da parte di lui e lei disse, che, dal momento dell’incidente, le luci avevano cominciato ad accendersi a spegnersi, in particolare in camera da letto, quando leggeva romanzi di vampiri che facevano paura. Mi venne da ridere, perché avevo sempre avuto il terrore dei vampiri, in pochi lo sanno, soltanto tre persone, e certo nessun parente di Stephen. Stephen lo aveva sempre trovato comico, quindi è strano che le luci facciano i capricci proprio quando sua cugina legge libri del genere. Lei e suo figlio gridano anche “Stephen, smettila!” quando succede, perché abitano in quella casa da 10 anni e non era mai capitato prima. Non avevo mai frequentato la cugina di Stephen prima dell’incidente, stiamo cominciando a conoscerci ora, e quindi soltanto adesso scopro questi episodi. Il suo cellulare e quello di sua madre (la zia di Stephen) dalla sua morte si mettono  a squillare nei momenti poco appropriati con suonerie diverse da quelle programmate; è successo anche al funerale del padre di una mia amica la settimana scorsa. Mentre la bara veniva portata lungo la navata, la zia di Stephen si trovava fuori dalla chiesa e il suo cellulare cominciò a suonare: era un canto marinaresco che la imbarazzò non poco… cercò sul telefono e non riuscì neppure a trovarlo. Fortunatamente pensarono tutti che quella melodia facesse parte della cerimonia, perché era partita a volume altissimo e lei ci mise un po’ a riuscire a spegnerlo. L’uomo che veniva seppellito quel giorno era stato per molti anni Cadetto in Marina! Il telefono del fratello di Stephen ha suonato” Mr blue sky” alla cena di compleanno di suo padre l’anno scorso, mentre era seduto accanto a me. A Stephen era sempre piaciuta quella canzone, e suo fratello rimase esterrefatto, perché non aveva programmato nessuna suoneria nel cellulare.”

UN’ALTRA DONNA INVECE RACCONTA:

“Ho 48 anni e questo è successo quando ne avevo 22. Mia madre soffrì per molti anni di un terribile cancro all’intestino. Poco prima di morire mi promise che, se avesse potuto, mi avrebbe mandato un segno dall’oltretomba, per indicarmi se ci fosse una vita dopo la morte. Una settimana circa dopo la sua morte andai a dormire una sera e detti una visione in cui partivo in viaggio (prima che qualcuno dica che si trattava di un sogno, preciso che non è così!). Percorsi un lungo tunnel bianco e mi avvicinai a una luce forte calda, che mi infuse una pace mai provata prima. Mi ritrovai in una stanza luminosa e bianca, dove c’era un tavolo lungo, tipo quella “dell’Ultima Cena”, a un’estremità del quale si trovava mia madre, sorridente, con le guance rosee e splendidi e capelli dorati (molto diversa da come era stata in fin di vita). Sembrava stare benissimo: comunicammo con il pensiero, e tutto ciò che riuscì a chiederle fu: “Stai bene, mamma?” Rispose: “Sì, benissimo, sono felice, però adesso te ne devi andare, non puoi restare qui”. “Mamma, voglio rimanere qui con te”. Replicò: “No, non puoi, te ne devi andare”, e a quel punto tornai gradualmente indietro al mio stato mentale normale. Non molto tempo dopo questo evento, una notte fui destata da qualcosa e, quando aprii lentamente gli occhi, vidi ciò che avrebbe cambiato il resto della mia vita, spingendomi a compiere un viaggio che continua ancora oggi ad affascinarmi ed emozionarmi. Lì, di fronte a me, c’era una luce forte ma non accecante che sembrava riversarsi dal soffitto come un tessuto impalpabile. L’energia, QUESTA cosa, mi stava dicendo che noi-La razza  umana-siamo soltanto granelli di sabbia rispetto alla forza ed energia di questa immagine. La visione scomparve velocemente come era arrivata e non capii mai perché mi fosse apparsa; forse per darmi forza per gli anni a venire, ne avevo tanto bisogno. Non mi è mai più successo, ma so cosa vidi e cosa provai in quel momento, e da  allora ho visto diversi esseri spirituali sebbene non per questo mi reputi una medium. Tutto ciò che so è che nessuna di queste esperienze è accaduta per caso o per colpa di farmaci o altro. Ero una 22 enne in buona salute con tanta voglia di vivere. Se qualcuno mi domanda se ho paura di morire la risposta è no perché so che esiste qualcosa di più grande di quanto possiamo sapere o immaginare, ma credo che non avremo mai modo di scoprirlo prima del tempo.”

Queste esperienze sono molto più comuni di quanto non si creda. Un uomo racconta brevemente:

“Mia moglie è morta due anni e mezzo fa a 76 anni. Io ne ho 78. Quando sono a letto, di notte, mi appare spesso nel punto dove dormiva un tempo. Il fatto è che ho gli occhi aperti e non sto dormendo, vorrei trovare una spiegazione per questo fenomeno.”

  Penny Sartory   – Oltre il confine della vita

Comunicazione dopo la morte